Tutti vincitori

1 04 2010

Sin dalle prime ore della sera di lunedì, quando ormai si delineava il risultato globale delle elezioni regionali, ho notato qualcosa di atipico, di non comune a tutte le competizioni. Generalmente, in una competizione c’è un (o un gruppo di) vincitore e un (o un gruppo di) perdente. Talvolta può essere possibile anche un pareggio, però solo in rari casi un pareggio viene accolto con estrema gioia e felicità. Invece queste elezioni regionali sono stati tutte uno stappare bottiglie di spumante e si sono concluse all’insegna della soddisfazione generale. Io, invece, ero solito vedere persone felici e persone abbattute alla fine di una consultazione popolare. Quest’anno invece no, anzi!Al che mi son legittimamente domandato: “Vuoi vedere che finalmente ho trovato la competizione perfetta; quella cioè nella quale chiunque partecipi risulta vincitore?” Eccezion fatta per l’Udc che non ha brindato poiché ha conseguito un vero e proprio pareggio essendo rimasta con gli stessi voti dell’anno precedente, e dell’Idv che per bocca del proprio leader ha ammesso la sconfitta del centro-sinistra, andiamo a vedere chi sono i reali vincitori e chi sono invece i fittizi vincitori:

  1. Il Pdl ha gioito ed esultato sin dalle prime ore della sera, quando lo spoglio era ben lungi dall’essere definito concluso e quando ancora mancavano due Regioni nelle quali c’era un feroce testa a testa che poteva ribaltare la situazione in men che non si dica. Il Pdl ha parzialmente ragione ad esultare, visto che ha espugnato la roccaforte del Piemonte, dove la sinistra governava indiscussa, il Lazio dove erano successi pasticci su pasticci e la loro vittoria era tutt’altro che certa, la Campania com’era ovvio che fosse vista la propaganda sui rifiuti e la Calabria. Tuttavia se io fossi Berlusconi non festeggerei troppo, perché se è anche vero che adesso ho sotto stretto controllo ben 11 regioni su 20, e una fetta non indifferente del PIL italiano, c’è da riflettere profondamente sulla caduta libera dei consensi elettorali al Pdl!Dal 2008 ad ogni elezione il Pdl prende bastonate, ma vince. Prima o poi rischia severamente di perdere, perché a forza di pasticci, intercettazioni, mezze riforme, scandali più o meno veri eccetera perdere una cosa come 4/5 punti percentuali ogni anno alla lunga può essere distruttivo. Quindi festeggino, ma con enorme prudenza derivante dalla consapevolezza che la loro non è altro che una vittoria di Pirro;
  2. Il Pd ha festeggiato anch’esso e per mezzo del proprio leader ha detto che la loro è comunque una vittoria, anche se ieri Bersani è stato smentito dall’ala democratica. Non so se si possa considerare come vittoria l’aver mantenuto 7 Regioni nel centro Italia ove il loro dominio è indiscusso e aver perso il Nord e il Sud oltre che alle Regioni più popolate, più produttive e più importanti. Non so se confermare Umbria e Marche possa valere la metà della Lombardia!Ma se son felici così, lasciamoli gioire!Anch’essi hanno perso consensi anche se in misura minore del Pdl permettendo però proprio a Berlusconi di vincere poiché i suoi voti persi si son compensati coi voti persi dal Pd. Io onestamente perdere quattro regioni e concedere Nord, Sud ed isole al Pdl-Lega la riterrei una sconfitta, alla pari della “vittoria” in Puglia dove nella giunta precedente c’erano persone del partito discutibili e il cui candidato ha dovuto lottare strenuamente per ottenere una ricandidatura dal Pd, e ha dovuto sbaragliare alle primarie il candidato prescelto dal partito;
  3. La Lega Nord è l’unica che può stappare spumanti e far festa, senza che le sue vittorie siano considerate vittorie di pirro o mezze vittorie. La Lega Nord ha ottenuto un aumento sostanziale di voti nell’arco di due anni, ed avendo il 12% di gradimento nazionale. Inoltre in Piemonte ha vinto contro la favorita candidata della sinistra, raccogliendo voti dalla provincia, e in Veneto ha addirittura doppiato il candidato Bortolussi (60% a 30%) e distanziando di 10 punti percentuali il Pdl, quando solo lo scorso anno alle Europee i due partiti erano appaiati. C’è da dire che la Lega ha fatto negli ultimi anni un lavoro straordinario, tenendosi lontana dalle beghe di condominio o dagli scandali sessuali. Sono intervenuti poco su Marrazzo o su Berlusconi dicendo l’essenziale senza continuare la discussione come hanno fatto altri partiti. Tuttavia, attenzione!La fiducia riservata alla Lega è a tempo secondo me e potrà gonfiarsi (fino ad un limite massimo del 18% a mio avviso) solo se attuerà politiche veramente innovative e in grado di cambiare il paese. Attualmente la Lega governa due regioni e mezzo al Nord, visto che oltre a Veneto e Piemonte, anche Formigoni sta più di qua che di là. Inoltre ha importanti ministeri a Roma e una coesa maggioranza. Ci sono tre anni di lavoro ma è chiaro che i leghisti devono attuare il federalismo (e non solo millantarlo) e magari anche il presidenzialismo. Poi a sostegno di queste principali riforme ci devono essere gli aiuti ai lavoratori, agli imprenditori, il taglio di costi della politica regionale, eccetera. Solo ricambiando la fiducia la lega potrà pensare di partire da queste Regionali con l’intento di crescere ulteriormente. Già abbiamo visto che ha ottenuto nella rossa Emilia il 13,6% e che si è affacciata con buoni risultati anche in Toscana-Umbria-Marche, ma se non ricambierà la fiducia, allora potrebbe rischiare di tornare al 3,6% (il consenso più basso mai registrato). Quindi festeggiamo, ma da domani al lavoro!!!!
  4. Movimento a Cinque stelle: in questo blog mi sono sempre espresso contro il fondatore di tale Movimento, e non ho alcuna intenzione di rettificare e scusarmi solo perché hanno ottenuto un buon risultato!I grillini entrano sia in Consiglio sia in Piemonte che in Emilia dove son stati decisivi per aver tolto bei punti alla sinistra!In Emilia, poi, hanno realizzato un exploit non indifferente, 8% e sebbene in Campania siano andati male e in Veneto non entrano in Consiglio solo per una manciata di voti, credo che possano, a buon diritto, festeggiare. Però…C’è sempre un però!Quindi, sebbene io contesti il populismo e la volgarità non sempre giustificata di Grillo devo ammettere che nel caso in cui tale lista fosse indipendente dal comico-politico e nel caso in cui chi vi partecipa fosse davvero gente per bene ed onesta, bè allora signori miei, il Movimento a cinque stelle va tenuto d’occhio!Solo il tempo ci dirà se anche i candidati son malati di populismo come il loro capo ideologico, fatto sta che non si deve cestinarla solo perché Grillo inveisce conto tutti e tutto!Io francamente non lo sopporto e lo stimo solo in veste di comico, però non è detto che lui e il suo movimento siano una cosa unica!Quindi, considerando anche questo aspetto l’Idv farebbe bene a stare attenta a chi ha dietro perché essendo due movimenti simili, uno toglie voti all’altro!

Bene, a corollario di questi principali exploit va fatta notare la regressione dei partiti di estrema sinistra che hanno perso elettorato in maniera ingente passando nell’arco di cinque anni dall’8% a meno del 3%. Non sono in Parlamento e nemmeno in Parlamento Europeo. Qualche seggio in Consiglio regionale sparso per l’Italia e più niente. La falce e martello sembra veramente aver perso appeal e non essere più d’interesse alcuno per gli elettori. Questa crisi è ancora più grave per due motivi: in tempi di crisi economica, l’elettorato stanco dell’inoperatività dei partiti centristi, tende a votare alle estremità, e il fatto che ciò in Italia non si realizzi significa che la crisi è più cupa del previsto. Inoltre il confronto con l’Europa è angosciante!In Francia l’estrema sinistra ha fatto un buono score, e i Verdi sono addirittura la terza forza del Paese mentre qua nemmeno sappiamo se esistono ancora. Troppo litigiosi al proprio interno, troppi progetti nati e subito abortiti, alleanza miste, alleanze di comodo, scissioni e fusioni. Insomma, la gente ha forse la percezione che votare sinistra radicale è come buttare il proprio voto nel cestino e dunque va verso i movimenti di protesta come Lega Nord, Idv e Movimento a Cinque stelle. Io ritengo che Lega Nord (solo se soddisfa i requisiti indicati) nel prossimo futuro tenderà a crescere assieme al Movimento a Cinque stelle, mentre Udc e Idv rischiano di rimanere stabili e i grossi partitoni rischiano addirittura di rinculare, retrocedere. E’ fisiologico a mio avviso perché i super partitoni sono una corazzata a breve termine che a medio-lungo si disgregherà sotto il peso di ideologie contrastanti. Ergo movimenti più piccoli ed ideologicamente più uniformi tenderanno ad attirare il consenso elettorale!

Infine, permettetemi un ultimo attacco all’astensionismo che ormai critico costantemente ad ogni elezione. Ricorrere all’astensionismo è per gente pigra ed ignorante, visto che il non esercitare un diritto per il quale i nostri avi si sono a lungo battuti e che non è mai stato tanto scontato nella storia più che un diritto dovrebbe essere una sorta di dovere morale. Non esercitarlo nell’intento di punire una classe politica che non ci piace è assurda follia. L’astensionismo non si può spiegare attraverso un’univoca spiegazione, ma eventualmente se ne possono soltanto dedurre le cause. Si astiene tanto il pigro che ritiene più importante passare la giornata di sole al mare, quanto il malato o chi all’estero trova il consolato chiuso, quanto colui che vuole protestare. Esistono nel nostro ordinamento giuridico altri strumenti coi quali protestare e nel contempo esercitare un sacrosanto diritto/dovere. Si può ad esempio mettere a verbale il proprio rifiuto, sebbene tale meccanismo non venga incluso nelle statistiche post voto. Oppure si può annullare intenzionalmente la scheda. Le schede annullate tendono ad avere una spiegazione più chiara dell’astensionismo, visto che altamente probabile annullare volontariamente una scheda ed è poco probabile sbagliare a votare. Colmare le urne con schede annullate, significa dare un messaggio più forte e chiaro alla politica, che non l’astensionismo!Ecco perché tale sistema non serve a niente, ed è assolutamente di difficile interpretazione. Nell’attesa e nella speranza che dividano tra schede annullate intenzionalmente e schede annullate per sbaglio, intanto accontentiamoci degli strumenti che abbiamo e cerchiamo di utilizzare quelli giusti ai fini che noi ci prefiggiamo. Poiché è difficile usare l’astensionismo come misura del disinnamoramento della politica, non presentarsi alle urne comporta il fallimento dei nostri obiettivi!