Doppi Fini

24 11 2009

Avevo già scritto un post in onore di Fini e del suo repentino cambiamento d’idee, sottolineando il passato non troppo recente del nostro Presidente della Camera che, inevitabilmente, cozzava con le sue affermazioni attuali. Ma poiché insiste, credo che sarò costretto a dedicargli un altro post. Nel precedente, diffidavo chiaramente di Gianfranco Fini, dimostrando come in altre occasioni si era dimostrato inaffidabile e ipotizzando alcuni scenari che l’avrebbero potuto coivolgere e che avrebbero giustificato il suo comportamento. Ora però a me sembra che egli esageri. Pur considerando i suoi “comizi” e le sue dichiarazioni accettabili ed importanti sotto il punto di vista teorico, purtroppo non siamo abituati a sentircele dire da un politico. Tanto meno da una persona che fino a qualche anno fa dimostrava di avere idee ben diverse. E’ anche vero che nella vita le persone cambiano e mutano le proprie idee. Un famoso detto dice che “solo gli scemi non cambiano idea”. Non so quanto sia vero, quel che è certo è che si può pensare che una persona cambi. Ma di sicuro mi dispiacerebbe che gli italiani venissero presi nuovamente in giro dopo anni di raggiri e disonestà in ambito politico.

Che Fini parli con i ragazzi stranieri, è di certo una bella iniziativa. Lo sarebbe di più se non lo facesse per propaganda, ma noi questo non lo sappiamo. Non posso però accettare che un Presidente della Camera cerchi di ringiovanire dal punto di vista del linguaggio mettendosi sullo stesso piano dei ragazzini usando i loro stessi termini (termini tra l’altro superficiali) per definire un comportamento ed un’ideologia (il razzismo) che invece meriterebbe un approfondimento ed una discussione maggiore. Un ideologia come quella razzista (perché di questo si tratta: un’ideolgia che poi si perpetra attraverso un comportamento che è la discriminazione, di solito) non può essere liquidata definendo “stronzi” i razzisti. Per quanta ragione possa avere!Altrimenti rischia di lanciare il messaggio opposto a quello che avrebbe desiderato, e cioè che lo fa per raccogliere consensi, per preparare la successione al Premier e fare unabella figura come politico. In una parola: propaganda. Se i suoi nuovi ideali fossero veri e non fosse tutta una messinscena, mi complimento con lui, ma non avendone la certezza (ma solo una miriade di dubbi) cerco di prendere le distanze visto la poca chiarezza in merito a questa sua conversione.

Entrando nel merito, devo dire che dissento dalle sue idee. Tranne certe affermazioni più di circostanza che di sostanza, con le quali mi trova d’accordo, ritengo che questo eccessivo lassismo nei confronti dell’immigrazione, dal mio punto di vista, non è positivo. Non perché sia razzista o altro, ma semplicemente perché io alla cittadinanza italiana dò ancora un valore. Un valore che non è circoscritto alla fattezze fisiche, ma che è circoscritto ad un sentimento nazionale. Visto che vivamo in epoca di globalizzazione, è illusorio pensare che in futuro la popolazione italiana sia composta da maschi e femmine di razza caucasica. E’ anzi più probabile il contrario. Tuttavia, poiché per formare un sentimento nazionale ci vuole del tempo e della convinzione, abbassare il limite per la concessione della cittadinanza non lo trovo molto azzeccato. Fermo restando che i figli di immigrati che nascono in territorio italiano assorbono maggiormente la nostra cultura, c’è bisogno comunque di un pò di prudenza. Una prudenza suggerita da due fattori principali: innanzitutto il lasso temporale di 10 anni (quello attuale) mi pare consono a formare una cultura occidentale e un sentimento nazionale. Il secondo fattore riguarda la valutazione di questo sentimento. Valutazione che può essere fatta interrogando il richiedente sulla cultura italiana, sulle leggi che regolano la convivenza nel nostro Territorio, sulla nostra storia, e sulla nostra identità. Io credo che la nazionalità sia ancora un valore che ciascuno di noi dovrebbe sentirsi dentro o che dovrebbe rinunciare. Si tratta, a mio modo di vedere, di un’affermazione di appartenenza, nella cultura e nei principi. Svendere in tal modo la cittadinanza italiana significa voler far del male al Paese e non fare alcun passo verso l’integrazione.


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5 responses

3 01 2010
Stefano Ramagnano

Perchè non vedere di buon grado il comportamento di un politico come Fini che delle volte, in controtendenza al suo stesso schieramento politico, afferma delle verità.Non appartengo al suo schieramento politico e non vedo una conessione cosi stretta tra le idee di Gianfranco Fini e la sua attuale posizione politica.Comunque vada guarderei con interesse a Fini anche se non vedo nuovi asetti politici all’orizzonte e questo è un peccato.

3 01 2010
spazioalmaso

Bè, se Fini dicesse queste cose con convinzione, allora anche io lo sosterrei, perché molte delle affermazioni che fa sono di buon gusto (altre un poì meno, ma dipende dalle idee personali). Nel l’articolo però ho spiegato perché diffido di Fini: diffido di lui semplicemente perché nel passato ha cambiato idea troppo spesso, e troppo spesso si è comportato in maniera opportunista. Questo a me non piace,e non riuscirò mai a distinguere se dice delle determinate cose con convinzione o per spianarsi la strada ad incarichi futuri!Ha già dimostrato di non essere una persona trasparente e coerente, e dunque è normale per me arricciare il naso e diffidare di lui. Certo, se parlasse con convinzione e se si profilasse un nuovo futuro sarei contentissimo anch’io, ma mentre se l’avesse fatto un altro soggetto non ci sarebbero stati problemi o dubbi, se fatto da Fini personalmente dovrebbe far riflettere abbondantemente prima di prendere una decisione in merito!Mi dispiace ma come carattere, tendo a diffidare di certe persone,e Fini è una di queste!Grazie per il commento!

Tommaso

4 01 2010
Stefano Ramagnano

Ti ripeto non appartengo al suo schieramento politico e non penso che ne farò mai parte,ma senz’altro è più trasparente di molti politici compresi quelli di “sinistra”. Io diffido di chi diffida delle evidenze. Che valga per tutti quello che ha detto al suo interlocutore quella volta che non sapeva del microfono aperto.Quello secondo me è il vero Gianfranco Fini.Che ben venga tutto ciò che è in favore della verità e nel nostro paese di verità da svelare c’è ne sono parecchie.Guardare al mondo con occhi diversi,senza per questo cambiare le nostre convinzioni,può aiutarci a capire cose che altrimenti non capiremo mai.

4 01 2010
spazioalmaso

Si, sicuramente son d’accordo con te. Di magagne questo Paese ne ha troppe, ma è anche vero che sarebbe da ingenui accettare la versione recente di Gianfranco Fini senza porsi degli interrogativi legittimi. Questo non significa disprezzarlo, ma semplicemente domandarsi cosa lo spinge ad assumere delle determinate posizioni, che a volte sono giustissime. Può essere benissimo che lo faccia per convinzione e dopo aver maturato idee diverse, ma è altrettanto possibile che lo faccia per opportunismo. Ora, non avendo elementi certi per accettare questa o altre ipotesi sul suo comportamento, è chiaro che la popolazione si dividerà tra chi gli crede e tra chi diffida di lui. Però permettimi una cosa: guardando al suo passato, fatto di contraddizioni enormi, è davvero difficile non credere all’ipotesi dell’opportunismo, e dunque chi conosce il suo passato son convinto che diffiderà della persona in sé, semplicemente perché per anni ha professato idee completamente diverse, e nell’arco di un anno è riuscito a rivoltarle. Anch’io come te non appartengo ad alcun partito politico, ma da libero cittadino mi informo continuamente di politica. Nel post ho scritto in modo abbastanza esauriente il perché Fini potrebbe essere allettato da un cambio d’idee politiche (si noti il condizionale…). Ribadisco che alcune delle sue nuove idee sono da me apprezzate, e che se avessi la certezza che tutto ciò che dice è sentito dall’uomo, allora gli crederei maggiormente e la stima nei suoi confronti aumenterebbe. Ma non avendo alcuna certezza (così come non la puoi avere te o altri italiani), e anzi, guardando al suo passato si capirebbero molte cose, preferisco mettere le mani avanti e non fidarmi ciecamente di nessuno. D’altronde perché mai dovrei fidarmi ciecamente di qualcuno?E’ sempre bene porsi degli interrogativi e delle domande, che ti permettono di riflettere su un mucchio di cose!Io non sono contrario a Fini a priori, ma mi domando semplicemente cosa l’abbia portato a fare delle determinate affermazioni in totale contrasto con quelle che erano le proprie idee!Inoltre non credo che tu debba diffidare di chi diffida!Diffidare è di per sé un’azione non negativa: seguendo il proverbio “fidarsi è bene, non fidarsi è meglio”, diffidare di una persona (soprattutto se ha un passato non totalmente chiaro) forse è la cosa giusta da fare. Applaudiamo, certo, alle sue parole, quando merita, ma con un po’ di senno e di accortezza, al fine di non fare la fine dei polli e cadere nel suo gioco o nella sua trappola. Anch’io aspetto da tempo una persona “morale” come Fini che faccia dichiarazioni interessanti sui rapporti fra cariche dello Stato, sull’utilizzo della fiducia eccetera, ma quel che è certo è che se alla fine tutto si rivelasse una presa in giro costruita per accapparrarsi voti o cariche politiche di prestigio mi sentirei nuovamente truffato. Poiché non voglio che ciò accada, tendo a diffidare riservando al futuro un giudizio più sereno. In sintesi non voglio essere preso in giro, ed al momento, né io, né te, né altre persone hanno elementi certi per poter dire se quella di Fini è una presa in giro oppure no!Ecco perché, parlando di questo argomento, si dovrebbe usare solo le ipotesi ed il condizionale: perché attualmente di certo non c’è nulla, e solo il futuro ci potrà dire qualcosa in più.
Grazie per il commento!
Tommaso

4 01 2010
Stefano Ramagnano

Nella tua ultima risposta al mio commento sei stato davvero molto esaudiente e devo ammettere che condivido quanto hai scritto. “…solo il futuro ci potrà dire qualcosa in più.”Niente di più vero. Grazie a te! Stefano

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