L’Italia? Un paese di merda!

26 09 2011

Sembrerebbe questa la risposta che il nostro Presidente del Consiglio darebbe in piena onestà se qualcuno gli chiedesse di dare un giudizio sul Paese che sta guidando da parecchi anni. Fantasia? Non proprio. Dalle intercettazioni si evince che Berlusconi abbia detto proprio questa cosa dell’Italia, e da qui ne è nato un polverone. Polverone dovuto al ruolo istituzionale di primaria importanza ricoperto dal Presidente del Consiglio e da una sorta di incoerenza, perché se l’Italia è a suo dire un paese di merda, qualcuno potrebbe rimproverargli che la colpa è parzialmente sua. Non nego che mi pare assurdo che un Premier apostrofi il proprio paese in questa maniera, ma non voglio nemmeno fare il finto offeso. Leggendo le intercettazioni non mi sono minimamente offeso per la semplice ragione che l’Italia è effettivamente un paese di merda e non è stato certo Silvio Berlusconi a renderlo tale. Forse avrà contribuito, certo, ma ad aver reso l’Italia un escremento siamo stati noi, i suoi abitanti, ciascuno coi propri vizi e le proprie negatività. Quindi anche se non dovrebbe accadere, ci sta che Berlusconi pensi questo del nostro Stato. Tuttavia un conto è pensarlo e tenerselo, un conto è esternarlo. Ma anche qui bsogna fare dei distinguo: Berlusconi non l’ha detto pubblicamente, non l’ha detto ad una riunione o ad una conferenza, semplicemente se l’è lasciato sfuggire al telefono durante una conversazione privata. Chissà quanti prima di lui, ma non intercettati, l’avranno detto! Eppure se questo sistema delle intercettazioni non fosse esistito di certo noi italiani non ci saremmo preoccupati né avremmo fatto nascere un polverone. Anche in questo caso, purtroppo, Berlusconi può essere difeso sostenendo di essere stato spiato al telefono. Esatto, spiato non intercettato direi io, perché tutto questo polverone non ha senso di esistere visto che non è né reato dire che l’Italia è un paese di merda, né è penalmente rilevante ai fini delle indagini!

Se prima credevo che i magistrati comunisti e manovrati fossero solo una messinscena di Berlusconi per giustificare l’accanimento giudiziario nei suoi confronti adesso comincio a crederci e, credetemi, è molto strano perché sono in un periodo di disaffezionamento del Premier. Però quando sui giornali leggo intercettazioni del premier utili soltanto per il gossip, come le foto in Sardegna di Zappaddu, allora mi convinco che ci sia dietro tutto ciò una sorta di trama politica per cercare di sconfiggere il Cavaliere non sul terreno politico ma su quello degli scandali. Una qualsiasi persona intelligente sa che non dovrebbero essere riportate le frasi che Berlusconi dice al telefono se non sono rilevanti per l’inchiesta, e mi domando allora come possa essere considerato importante per l’inchiesta la frase espressa da Berlusconi! C’è un desiderio di sputtanarlo che mostra come la Magistratura col cavolo che è indipendente dalla politica! Sembra quasi un prolungamento della stessa! Laddove non si arriva politicamente ad ottenere un determinato risultato, ci si arriva attraverso le inchieste pilotate, le inchieste fasulle e gli scandali che durano al massimo una settimana. Anche per questo motivo l’Italia è un paese di merda! E i magistrati che si comportano in tale maniera contribuiscono attivamente a renderlo ancora più di merda! Come se non bastasse non si può nemmeno pensare che Berlusconi sia stupido e che ogni volta si faccia fregare da chi lo intercetta. Sa di essere nell’occhio del ciclone, sa di essere intercettato, sa che ogni cosa che dice verrà usata sulla stampa contro di lui. Quindi se lui continua, imperterrito, a telefonare come se nulla fosse vuol dire che vuol dimostrare che effettivamente dietro ad alcuni suoi processi c’è una trama politica! Secondo me non è esercizio di stupidità il suo, ma dimostrazione di furbizia: scandalo in più o in meno non gliene frega, processo in più o in meno non gli cambia la vita, quindi tanto vale dimostrare che ci sono persone che usano le intercettazioni non a fini processuali ma per lo sputtanamento politico! E in questa maniera una legge contro le intercettazioni così concepite non dico sia necessaria, ma auspicabile. Auspico che venga promosso un disegno di legge di regolamentazione delle intercettazioni, legiferando che non tutto ciò che si intercetta possa essere dato in pasto ai giornali, ma solo ciò che è penalmente rilevante. Dire che l’italia è un paese di merda non è penalmente rilevante, non ha niente a che vedere col processo e avrebbe potuto benissimo essere coperto da omissis. Se ciò non è accaduto vuol dire che c’è una trama politica evidente volta a fregare il Premier e costringerlo alle dimissioni. Si cerca, tramite la Magistratura, di falsare il voto popolare, e dunque la Magistratura dovrebbe accorgersi di non essere più indipendente dalla politica e di non assolvere più ai suoi compiti.

Ma se da una parte c’è il Presidente del Consiglio che va a donne e parla male del proprio paese, dall’altra parte c’è un’opposizione che non può nemmeno criticare perché un suo alto dirigente nazionale è coinvolto in un processo di tangenti. Non spiccioli, tangenti! Altro che dire che l’italia è un paese di merda! Qui il Pd fa più schifo di Berlusconi stesso e nella situazione nella quale l’Italia versa attualmente tutti perdonano le cazzate e i reati degli altri perché ciascun partito, se guardasse in casa propria, noterebbe di avere scheletri nell’armadio che è meglio non tirare fuori! Quindi forse l’Italia non è un paese di merda perché Berlusconi lo rende tale, ma forse siamo proprio noi, i suoi cittadini a renderlo tale! Se ciascun partito ha le proprie rogne, e molti individui in Italia considerano la legge un qualcosa di superfluo evidentemente siamo noi a rendere il nostro Paese un letamaio, non Berlusconi! La figura schifosa che facciamo all’estero non è responsabilità del Governo o di Berlusconi ma degli italiani che sono lo zimbello d’Europa. Quando vai all’estero non si mettono a ridere per Berlusconi, ma perché sei italiano! Questa è la grossa differenza! Poi, certo, ci sono delle altre persone che pensano bene di sputtanare il proprio paese dando ai giornali intercettazioni idiote che a nulla servono nel processo che danno un’immagine ancora peggiore di noi italiani e dell’Italia. In conclusione, quindi, a seguito di questo spiacevole episodio sono stato costretto, mio malgrado, a rivedere l’opinione che mi ero fatto su Berlusconi come pazzo visionario che ce l’ha con la Magistratura. Fosse un esame di coscienza da parte di ciascuno di noi, o da parte di certi magistrati ci farebbe capire come l’italia sia un paese di merda perché noi, dalla base, non siamo affatto un granché!





Di Pietro e i suoi fantasmi (boomerang)

4 02 2010

Non passa giorno senza che l’esponente più illustre del partito dell’Italia dei Valori blateri contro qualcosa o qualcuno. Per quanto le sue idee siano fondamentalmente giuste quello che un poì infastidisce gli italiani è il linguaggio che Tonino usa. Sappiamo tutti benissimo che quest’uomo non è certo uscito dall’Accademia della Crusca: utilizza un linguaggio che è un miscuglio fra espressioni dialettali, modi di dire ed espressioni ricorrenti. Tutto il contrario, cioè, dell’archetipo del politico: pacato, che utilizza termini raffinati che magari nemmeno conosce, capace di mantenere la calma e non eccedendo mai nella foga di voler dimostrare la correttezza delle proprie idee. Forse proprio per questo modo di fare che risulta vicino alla gente, nonché grazie alle battaglie giudiziarie che ha condotto, viene visto benevolmente dalla popolazione che negli ultimi due anni l’ha premiato in maniera crescente con un buon manipolo di voti che gli permette di contare nel Parlamento. E così il suo partito ha preso il volo, e lui pure. Si accanisce come non mai sui soliti argomenti per i quali si contraddistingue: la giustizia e la moralità dei parlamentari. Questo suo giustizialismo (esatto nei principi, ma portato da lui stesso all’esasperazione), ha contraddistinto il suo partito che, fino a prossime primarie, è stato finora un “partito personale”. Lui decideva il profilo da tenere, lui amministrava le entrate, lui decideva i candidati e via dicendo. Ora che il suo partito ha preso il volo, componenti dell’idv stanno cercando di mettere un freno a Di Pietro e così l’hanno “costretto” ad un’elezione del segretario che potrebbe anche non essere lui.

Ma a forza di dire e ridire le solite cose, a forza di comportarsi da bastian contrario e a mettere i bastoni fra le ruote verso uno svolgimento democratico dell’attività di Governo, chissà che Di Pietro possa anche perdere l’appoggio popolare. Difatti, leggendo i giornali, alla voce Tonino vengono (chissà perché) associate le solite parole: piduista e fascista. Non importa se è il caso di usare questi termini, tanto vanno bene per tutte le stagioni. Così, Tonino nel tentativo di accumulare maggiori consensi, continua a gridare “al lupo al lupo”, grida al complotto che non c’è, e inventa fantasmi che vede solo lui. Si è talmente accalorato che ormai ha pronte dalla tasca le solite frasi fatte. Un esempio l’abbiamo avuto l’altro giorno, quando ad una domanda di un giornalista del Tg1, col suo solito aplomb che lo contraddistingue, Di Pietro ha risposto che quelli che gli venivano rivolte erano frasi del c…o e che la colpa risiedeva in Minzolini. Ah si, il buon vecchio caro Minzolini!Uno dei bersagli preferiti (dopo Berlusconi) di Di Pietro. Ogni tanto (quasi non lo ricordavo) dalla tasca si gioca la carta Minzolini, parlando di mala informazione, di un Tg1 servo del padrone, di una rete RAI asservita alla politica, senza ricordarsi che in realtà tutta la rete nazionale è asservita alla politica (di destra come di sinistra), e che il programma che maggiormente preferisce è solo uno dei tanti programmi della RAI schierati politicamente. Forse si dimentica anche di avere una terza rete RAI completamente di parte, che impedisce (al pari di tutte le trasmissioni schierate) di fornire alla popolazione italiana una sana e corretta informazione. Ma a causa di queste amnesie, forse Di Pietro non comprende che Minzolini non è altro che un uomo come me e lui, e che come tutti gli uomini che si rispettino, anch’egli avrà delle determinate idee politiche. Ma il servizio pubblico non serve forse a dare voce alle varie persone che la pensano in maniera tra loro differente?Ecco cosa ci sta a fare Minzolini in RAI!Minzolini è in RAI per lo stesso motivo per cui sono in RAI Santoro e Travaglio, Fazio, Dandini, i giornalisti di RAI Tre e via dicendo. Tutta gente che esprime idee politiche che non sono concilianti né con il Premier né con l’attuale Governo o il centro destra. Ma se allora, per difendere la pluralità dell’informazione, accettiamo la presenza di una schiera di giornalisti “di sinistra”, perché mai non dovremmo accettare la contro-presenza di giornalisti “di destra”. In questo mosaico fatto di televisioni e politica che si mischiano, Minzolini ha il proprio ruolo e la propria giustificazione. Caro Tonino, a che serve inveire contro il malcapitato giornalista rimproverandogli di avere come capo Minzolini?

Forse la spiegazione va ricercata nello stato di stress e incazzatura nella quale versa Tonino in seguito all’apparizione sul Corriere della Sera di alcune foto che lo ritraggono nel lontano 1992 in compagnia di Bruno Contrada e altri agenti segreti statunitensi. Bruno Contrada sarà arrestato nove giorni dopo. Di Pietro un po’ chiosa e un poì ci scherza su, ma una versione dei fatti limpida non riesce a fornirla, ma si discolpa asserendo di non sapere nulla. Io non vorrei che Di Pietro si trovasse nella scomoda situazione di essere incolpato di qualcosa che non si è verificato, perché allora vorrebbe dire che la politica è continuamente sotto intimidazione e sotto ricatto da parte di chi non la pensa come te!E non so nemmeno se sia più grave accusare una persona di frequentare minorenni, o di essere al soldo dei servizi segreti stranieri, ma quel che so è che finalmente Di Pietro sta capendo cosa hanno passato molte persone prima di lui che sono state accusate di qualche falsità qualsiasi e che lui stesso ha attaccato. La stessa vicenda Berlusconi è di per sé molto simile a quella di Di Pietro: c’è un giornale politicamente schierato che accetta di pubblicare degli scoop (o finti tali) sul Presidente del Consiglio, però se il Premier parla di complotto allora lo si deride e lo si canzona, invece se è Di Pietro ad accorgersi che qualcosa nella società non funziona, allora tendiamo a dare maggiore importanza alle sue parole, non capendo che alla fine le situazioni sono le stesse.

Difatti, il pensiero dominante è di sconfiggere il proprio nemico sulla carta stampata e sulle riviste patinate, piuttosto che sul campo e di fronte agli Italiani. L’unico modo per sconfiggere questo modus operandi della politica (e non solo) italiana, riguarda i cittadini, i quali in assenza di giustificati motivi non devono trattare una notizia da gossip come una notizia di elevata rilevanza politica. Così, se Berlusconi è andato a prostitute, può interessare quella parte puritana di elettori che meritano di sapere che il Premier non è certo uno stinco di Santo, ma nulla più. Laddove non c’è rilevanza penale, un comportamento amorale va giudicato personalmente senza però arrogarsi il diritto di credere che la propria idea debba essere quella dominante. Che Di pietro abbia cenato con Contrada potrebbe essere gravissimo o inutile a seconda di come viene contestualizzato il fatto e a seconda di quale sia la verità; ma se non c’è nulla di illecito sotto, io credo che il cittadino italiano medio debba smettere di dare ascolto alle notizie gossipare da pochi soldi che gettano fango oggi su uno e domani su un altro soggetto politico. Io auspico veramente che Di Pietro possa rendersi conto di come una persona si sente quando viene accusata di un’inezia, e che questo lo faccia riflettere sul comportamento che egli ha adottato sinora. Inoltre, si renda conto Di pietro, e con esso anche la popolazione italiana, che ci sono delle persone disposte a riesumare gli scheletri nell’armadio (anche risalenti a decenni fa) per gettare fango su una persona che magari si rivela difficile da battere alle urne. Proprio su questo argomento, il Pd oggi si è domandato come mai a distanza di 18 anni vengano pubblicate queste foto. Già, a distanza di 18 anni….Se pensiamo che Berlusconi è stato incriminato per fatti risalenti anche alla fine degli anni Settanta solo quando è entrato in politica (1992 se non vado errato), capiamo perfettamente che chi vuole screditare una persona è disposta anche ad andare a ritroso nel tempo fino a trovare qualcosa di più o meno imbarazzante. E poi si sa, una foto o una registrazione può assumere un significato molteplice a seconda di come viene contestualizzata. Il mio intento in questo articolo era quello di fare dei parallellismi fra ciò che è accaduto a Di Pietro e ciò che è accaduto a Berlusconi, perché sono fermamente convinto che in Italia ci sia sempre qualcuno che ti si opporrà, siano essi i Magistrati, o qualche giornalista senza scrupoli pronto a pubblicare delle foto. Quindi, caro Tonino, prima di parlare di piduismo, fascismo, attaccare Minzolini o Berlusconi, prova per una volta a pensare a questa tua piccola dissaventura, e a come ci si sente quando si fanno illazioni su un episodio che da irrilevante è stato fatto passare a fondamentale e molto grave!La nostra politica italiana ha esasperato eccessivamente i toni, e noi abitanti di questa Penisola cieci a causa della nostra becera ideologia, non ci siamo accorti che le registrazioni della D’Addario & Co. erano una sineddoche: ovvero erano tasselli di un mosaico ben più grande che coivolgeva la politica italiana in generale dalla destra alla sinistra e che aveva come obiettivo primario lo screditamento di una persona influente e potente. Lo si è visto anche con Marrazzo sebbene il caso fosse più grave della vicenda escort e sebbene sia stata data una rilevanza notevolmente minore. E io temo che continueremo ad assistere a nuove rivelazioni circa i vizi dei politici. Ora sta a noi capire cosa è veramente importante e grave e cosa invece è puro pettegolezzo ed è bene cestinare, anche se conoscendo il popolo italiano, non riesco ad essere così fiducioso che questo processo possa avvenire serenamente e con un’obiettività di giudizio che il nostro popolo, ahimè, non ha mai avuto!